La pandemia, le ferite
Sabato 20 aprile 2024, a Taranto, ho partecipato alla presentazione del libro di Roberto Speranza “ Perché guariremo”.
L’autore racconta la sua esperienza di governo durante la pandemia.
Narra la sua vicenda politica e umana, in un intreccio complesso nel quale le decisioni da prendere riguardavano la vita e la morte.
La presentazione è stata appassionante.
In controluce apparivano le ferite sociali.
Nella mia mente apparivano le ferite dell’anima, uso questo termine perché il dolore della pandemia è stato come un fiume che esonda, rompe gli argini e le difese penetrando nel profondo,
perciò ho scelto il termine “anima”, derogando al mio rigore nell’uso dei concetti e di descrizioni di fenomeni della psicologia.
Le ferite della pandemia ancora riempiono le stanze di Psicoterapia.
Ferite ancora più profonde nelle condizioni di fragilità, nelle sue varie dimensioni che vanno dal sociale al soggettivo.
La pandemia ha dimostrato drammaticamente l’impatto delle determinanti sociali sulla soggettività, che si realizza
in un intrecciarsi continuo.
Attraverso questo processo, in questi mesi, nella mia di stanza , tra le altre determinanti collocabili nel contesto sociale, si palesano gli effetti delle guerre che, in maniera peculiare, alimentano vissuti depressivi.
Speranza ha indicato la
complessità di trovare e dare risposte di governo alla pandemia.
Ciascuna e ciascuno ha dovuto affrontare la complessità di trovare risposte alla vulnerabilità fisica e psicologica.
Talvolta occorre riconsiderare qualche tipologia di risposta,
nella stanza di terapia si propone un simile obiettivo.
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