LA FAMIGLIA E LA DEFINIZIONE DI SE’

 La Famiglia e la definizione di Sé

 Tutti hanno esperienza di famiglia. Esperienza della famiglia d’origine, quella in cui si è figli, fratelli, sorelle, nipoti. Esperienza della famiglia nucleare. Quella in cui si è mariti, mogli, padri, madri, nonni.

Che sia un’esperienza più o meno soddisfacente, piacevole, ciascuno lo valuti. Ma che si abbia, tutti, una qualche esperienza di famiglia, è certo. Anche quando non c’è stata una famiglia d’origine, ci può essere esperienza di famiglia; si sperimenta la mancanza, vissuta, attribuita, e se non c’è la possibilità di realizzare una nuova famiglia, si assiste, sovente, al perdurare dell’esperienza di famiglia d’origine; e, sovente, si sperimenta la mancanza della famiglia nucleare.

Queste affermazioni potrebbero essere passate al vaglio, utilizzando modelli antropologici, sociologici, psicologici e biologici.

Si pensi, ad esempio, alle trasformazioni che la famiglia ha subito, in relazione ai cambiamenti sociali ed economici. Si pensi alle differenze tra la famiglia contadina, di tipo patriarcale, e la famiglia urbana, nucleare, in una società industrializzata.

Si pensi a come, soprattutto nella cultura occidentale, si sia dato risposta attraverso le politiche sociali. In un complesso intreccio che attualmente deve fare i conti con la crisi della natalità, con la questione femminile che resta ancora aperta, per non parlare delle politiche sociali e delle risorse economiche dedicate sempre più scarse.

Ovviamente queste valutazione riguardano il cosiddetto mondo occidentale.

Di rilievo potrebbe essere una discussione in chiave etica. Si pensi a come, le competenze di alcune scienze mediche, in quest’epoca, incidono sull’esperienza di famiglia. Manipolazione genetica, gestazione per altri, embrioni congelati, e quant’altro, impattano in maniera significativa, nella realizzazione dell’esperienza di famiglia. A questo si accompagna un diverso modo di organizzare i costumi sessuali, i ruoli sessuali, con conseguente ulteriore impatto sulla realizzazione dei ruoli familiari. Si pensi alle coppie omosessuali o alle coppie formate da persone che, chirurgicamente, modificano la propria identità di genere.

A ciò si aggiunga l’evoluzione del Diritto di Famiglia, il divorzio, la ricostituzione di famiglie.

Si può presentare, in sostanza, un panorama complesso, tanto che, ad esempio,  le tradizionali problematiche legate all’adozione, rischiano di assumere un alone romantico, appaiono foto stampate in bianco e nero.

Ai fini di questo contributo, peraltro, l’indicazione di tale complessità è utile allo scopo di segnalare l’importanza della famiglia, e di come tutti abbiamo una qualche esperienza di famiglia.

Tale esperienza non è neutra rispetto alla soggettività di ciascuno.

Da tutto ciò deriverebbero, e derivano: tentativi di classificare la famiglia; ipotesi su normalità e non normalità della famiglia; studi su famiglie che funzionano e famiglie disfunzionali.

Questi ultimi aspetti degli studi sulla famiglia attraversano lo stesso campo sistemico – relazionale. Se, pure, spesso, attraverso ipotesi che costituiscono punteggiature arbitrarie. Tra famiglia e individuo, suo componente, tra i vari componenti della famiglia, non ci sono nessi a causalità lineare.

Per indagare tali nessi ci si riferisce , prevalentemente, al paradigma strutturale e agli studi di Salvador Minuchin (1982).

In tale contesto teorico è possibile identificare alcune significative funzioni svolte dalla famiglia. Tra le più generali si possono indicare: la protezione psicosociale dei suoi membri e l’adattamento al contesto storico- culturale. Queste due funzioni sono, ovviamente, interdipendenti, e finalizzate, quindi, al sostegno dei suoi componenti.

Si potrebbe a questo punto aprire una grande parentesi e avviare una serie di riflessioni teoriche sulle connessioni tra l’evidenza empirica di tali affermazioni, e una serie di ricerche e studi psicologici e neuropsicologici, riguardanti aspetti sia generali, che di funzioni particolari dello sviluppo umano.

Molte di tali riflessioni condurrebbero alla conferma delle affermazioni stesse nell’ambito di una validazione degli assunti di base, relativi alla definizione di “mente extracerebrale”. Pur non essendo strettamente necessaria all’economia di questo articolo, questa piccola digressione pare utile al fine di indicare la giusta collocazione dei temi affrontati, attraverso l’indicazione esplicita di alcuni dei livelli logici sottesi.

Tale breve digressione, peraltro, consente di introdurre il concetto secondo cui, in tutte le culture, la famiglia…“imprime un senso di identità nei suoi membri. L’esperienza dell’identità umana si fonda su due elementi: un senso di appartenenza e un senso di differenziazione. Il laboratorio in cui questi ingredienti si mischiano e ripartiscono è la famiglia, matrice di identità” … (Minuchin, 1982).

Il senso di identità, in altri termini, si può definire come definizione di Sé, risultante dalle molteplici combinazioni di definizioni delle altrettanto molteplici relazioni, nella serie infinita di interazioni, che nel processo, continuo, di definizione delle stesse relazioni, assume forma, attraverso l’attribuzione di caratteristiche, di stigma, nelle varie dimensioni etico/valoriali, di qualità psicologiche, di capacità, di funzionamento normale.

Il senso di identità si forma attraverso un processo che avviene all’interno della famiglia, attraverso cioè, l’appartenenza a quella famiglia. Un’evidenza empirica è rintracciabile nei processi di allevamento e socializzazione dei bambini.

Successivamente il senso di identità integra la sperimentazione di appartenenza ad altri gruppi, sistemi, cioè la differenziazione dalla famiglia.

L’interazione tra “appartenenza” e “differenziazione” determina, nel corso del tempo, lo svilupparsi del senso di Sé, che cambia e rimane costante. E risente, peraltro, dello spiegarsi di una delle altre funzioni che la famiglia svolge: il continuo adattamento ai mutamenti sociali. Attraverso movimenti accomodativi e/o assimilativi, in relazione ai mutamenti della società, e alla ineludibile necessità della famiglia di trovare un adeguamento.

 

 

 

 

 

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